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Filly’s routine: cosa ho imparato sul tempo

Routine: Cosa ho imparato sul tempo

Filly come fai a fare tutte queste cose?

Questa è la domanda che più mi viene posta dalle persone che mi conoscono/mi seguono sui social in merito alla mia routine e alla gestione del tempo.
E’ una caratteristica che accomuna alcuni genitori che non sai secondo quale scienza riescano ad essere ovunque, a fare tutto e ad avere anche un pò di tempo da destinare alla famiglia.

Da quando ero ancora una studentessa universitaria, camminavo con un’agenda sempre in borsa (potete chiedere per conferma a chi mi conosce da un pò!).
Era così che incastravo il lavoro, lo studio, la palestra, gli amici/famiglia e il mio servizio in Azione Cattolica/Catechismo.

Certe volte mi sentivo un pesce fuor d’acqua, perché quando una mia amica mi domandava “Filly, ci sei per un caffè oggi?“, la mia risposta era sempre “Aspetta che non ricordo. Prendo l’agenda e…. cavolo! No, se vuoi ci sono ….“. Le mie amiche ovviamente mi sfottevano, ma era l’unico modo che conoscevo per incastrare ogni aspetto per me importante e che aveva la priorità. (Non che loro non lo fossero, ma tra lavoro, università e responsabilità in chiesa…un caffè poteva necessariamente essere rimandato…Un pò mi sbagliavo!)

Nel corso degli anni ho sempre ripetuto a me stessa “Dai, è un sacrificio che stai facendo perché stai investendo su te stessa e sul tuo futuro“, arrivando a non riconoscere più quella fondamentale differenza di cui solo negli ultimi 6 mesi sto cercando di recuperare: confondere il tempo di relax con il tempo sprecato.

Con la pandemia è ormai tutto lavoro-lavoro-lavoro portando come conseguenza quella del burnout, cioè quel mix tra esaurimento, depersonalizzazione e crollo emotivo legato ai risultati di lavoro. E’ proprio quando ho raggiunto questo livello che ho preso consapevolezza di sbagliare tutto. 

Solitamente si dice che quando vai a fondo non ti resta che risalire.
Bene, è quello che è capitato a me.

Saper gestire il proprio tempo non significa riuscire a fare tutte le cose che vogliamo fare, significa avere abbastanza tempo per quello che è veramente importante“. Con questa frase della dott.ssa Beverly D. Flaxington mi si è aperto un mondo. Stavo perdendo il controllo del mio tempo e quindi della mia vita.

Se sei lì che ti senti come un criceto sulla ruota  a rincorrere le scadenze, a sistemare errori, a vivere di “emergenze”, manco fossi un medico del pronto soccorso, stai andando in affanno. Rivaluta il tuo modo di vivere e lavorare.

Dopo tutto questo preambolo vi voglio raccontare come faccio io ad organizzarmi tra lavoro, affetti, passioni e commissioni. Non è una legge, non è una regola aurea ed è soggetta a flessibilità, la vostra. Quindi ci tengo a precisare che non esiste un unico modo, ma il vostro e sta a voi crearlo.

Routine: Le abitudini

Dopo aver letto il libro “Il potere delle abitudini” di Charles Duhigg , ci sto lavorando molto e ho imparato a dare un certo peso alle mie abitudini. Comincio nel definire quella routine, quel comportamento che voglio eliminare/modificare; poi cerco di capire cosa mi gratifica nel compiere quell’attività andando ad isolare lo stimolo (il trigger!) che fa scattare quell’abitudine e infine, provo man mano alternative per sostituire quel comportamento con altri più “meritevoli”.

So che starai pensando  qualcosa del tipo “cavolo ma questa non è umana”, “bello a dirsi ma non a farsi” ecc. La disciplina e le abitudini sono fondamentali nella vita lavorativa quanto in quella personale. Dobbiamo vivere pienamente la vita, non lasciarla scorrere. Dobbiamo saperci leggere dentro e capire cosa ci rende felici e fa stare bene e cosa è preferibile allontanare. Amiamoci!

Di seguito ti racconto la mia routine “tipo”.

(ah! riponete nel baule il multitasking. Fare due cose contemporaneamente vi darà la sola apparenza di ottimizzare i tempi, ma in realtà vi sta facendo fare l’esatto contrario rischiando anche di metterci il doppio del tempo!)

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Filly’s routine

Questo è un elenco sommario. Non sono inclusi imprevisti come accompagnare i miei per qualche visita, il duca Hans, vedere i miei nipoti. Queste attività possono incastrarsi anche in un pomeriggio in settimana (dove magari mi libero da attività urgenti e rimando le attività normali al giorno successivo o delego.)

  • Alle 07:15 inizio a preparare la colazione, il latte e nel mentre sia pronto il caffè fatto rigorosamente con la moka, ne approfitto e stendo i panni /innaffio le piante. Svolgo chiaramente più quella di stendere i panni, ma cerco di rispettare questa tempistica.

    Se non ho lavatrici, sistemo qualcosa che il giorno prima ho lasciato in sospeso.
  • Dalle 08:00 alle 09:00, mentre sono ancora a tavola a finire di fare colazione, sorseggio un po’ di caffè e leggo un libro, o seguo un corso o ancora scrivo/abbozzo articoli (come questo che stai leggendo!).
  • Dalle 09:00 in poi sono operativa. Prima però mi lavo e mi vesto e comincia la mia giornata lavorativa. Cerco di raggruppare tutte le attività simili lo stesso giorno, per evitare di spaziare da un’attività più creativa ad una analitica e perdere concentrazione. Purtroppo però non sempre ciò avviene perché sono interrotta dagli “imprevisti”, ovvero telefonate, messaggi ecc… ovvero tutte quelle attività che non avevo inserito nella mia lista giornaliera di tasks da concludere.
    Come faccio? Molto spesso non rispondo. Disattivo le notifiche. E’ una liberazione e ti consiglio di farlo! Ad eccezion fatta per la mia famiglia e per Peppe. Per le telefonate, valuto di volta in volta. Se è un cliente con cui magari dovevamo definire qualcosa, rispondo. Se è una collega con cui so di dover concludere dei compiti, rispondo.
  • 11.30 orario della merenda che cerco sempre di rispettare. Capita a volte che sono in videocall e resto in postazione fino alle 12:30 o sono direttamente da qualche cliente e quindi, causa Covid, evito di mangiare.
  • 13:00 preparo la pappa per il duca Hans e mentre lavoricchio preparo anche  la mia. Una brutta abitudine che sto cercando di migliorare è quella di mangiare e seguire corsi, informarmi online, continuare con attività tipo “fare le slides per il corso X”. Ho capito una cosa: lo stimolo che fa attivare questo comportamento è l’essere indietro con i tasks e quindi voler sentirmi meglio (la gratificazione!) concludendone qualcuno per finire presto le attività.Non è una buona cosa. Molto semplicemente devo “accettare” di dover slittare qualcosa al giorno successivo che non ha la reale priorità o banalmente di dover imparare ulteriormente a ridurre i “disturbi”.
  • alle 14:30/15:30 sistemo e pulisco casa, la cucina e i bagni. Spesso mi trovo a slittare quest’attività alle 19:00, causa videocall o attività urgenti di lavoro.
  • nel pomeriggio almeno 20 min porto Hans a fare una passeggiata. L’orario varia a seconda del duca. Spesso capita alle 15:30 (quindi mi riposo con Hans e riprendo a lavorare direttamente al ritorno), altre volte alle 14:30, altre ancora alle 17:00. Insomma la mia pausa coincide con quella di Hans e spesso coincide anche con lo spuntino pomeridiano.
  • 19:00. Sveglia che suona per ricordarmi di staccare dal lavoro.
    Ci riesco? 7/10 continuo a lavorare fino alle 20:30/21:00 ( devo necessariamente staccare per preparare la cena in quanto sta per arrivare Peppe a casa!). Spesso dopo le 22:00 continuo a fare qualche attività come abbozzare qualcosa sul blog, finire la grafica di un carosello, rispondere a qualche DM su Instagram.

Questa conclusione della giornata è la più sbagliata di tutte. Nell’ultimo mese ho imparato a mie spese l’alienazione, il sentirsi stanchi e demotivati. Quindi da soli 30 giorni ho introdotto un obiettivo che m’ero prefissata a gennaio (ma che come al solito faticava a concretizzarsi).

Almeno due volte a settimana e per 30/40 min mi alleno! Spesso stacco alle 19:00 e mi alleno. Se capita nel weekend anche in tarda mattinata. L’obiettivo era allenarmi 4 giorni su 7, ma ci si arriva piano piano…

 

Una piccola digressione sul weekend: visto che Peppe lavora tutti i giorni incluso la domenica mattina, viene difficile per me dire “wow domani mattina prendo l’auto e andiamo in Abruzzo per il weekend“, Peppe ha solo la domenica pomeriggio libera. Quindi molto spesso, presa dalla noia, trascorrevo il sabato  rassettando casa e lavorando come se fosse una specie di lunedì.

Ora solo rare volte e per eccezioni mi ritrovo a lavorare seriamente il sabato.


Mi dedico a ciò che mi rende felice
(come ad esempio Behind The Design) e mi piace e soprattutto mi concedo di rallentare. Troppo spesso passa il messaggio di dover correre, fare tutto di fretta e incastrarci la vita. A mie spese ti dico: non confondere il tempo sprecato con il tempo vuoto.

 

Quest’ultimo è quello dove ricaricare le energie, vedere un film, fare una passeggiata, stare con la famiglia. Stai sprecando tempo se trascorri le tue giornate scrollando l’home di facebook, non se dopo una settimana di lavoro ti stai concedendo un pò di relax con tuo amico.

A giugno terrò insieme ad una mia collega proprio un webinar sulla gestione del tempo personale e lavorativo. Se ti interessa, seguimi sui social così da rimanere aggiornato.

 

 

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